Educare alla diversità sociale, culturale, etnica, familiare

È passato ormai molto tempo dalla ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Fanciullo che ha riconosciuto, in questo modo, uno status giuridico al diritto all’identità, al rispetto del contesto culturale di ogni bambino e all’insegnamento della tolleranza. Nella pratica, però, l’educazione si è mossa con la lentezza di una tartaruga e ci sono ancora tantissime conoscenze da approfondire e diffondere per poter educare i nostri bambini nel suo spirito. Il termine “diversità” include la lingua, il sesso, le caratteristiche fisiche, l’origine sociale e la religione. Gli educatori influenzano molto il modo in cui i bambini concepiscono la diversità. Le strutture educative collettive, le strutture educative familiari e la scuola costituiscono i luoghi nei quali il bambino muove i primi passi nella società e fuori della famiglia. Si tratta di passaggi tra la sfera privata e la sfera pubblica, di luoghi nei quali il bambino può vivere le prime esperienze sociali e dove riceverà e costruirà le prime rappresentazioni della società in cui entra, che gli comunica o meno un messaggio di benvenuto.

I primi due capitoli riguardano la scommessa fondamentale per l’educazione della prima infanzia, che consiste nel contribuire alla costruzione di un’immagine di sé positiva in un mondo frammentato. I due successivi, che prendono in considerazione la costruzione dell’immagine di sé e dell’immagine dell’Altro, propongono un approfondimento di questo tema. Il capitolo cinque è dedicato all’ideazione di un metodo educativo basato sugli approcci della psicologia sociale e della psicologia dello sviluppo affrontati nei capitoli precedenti. Gli ultimi capitoli riguardano, invece, gli obiettivi di questo metodo educativo. I capitoli sei e sette, che presentano i diversi aspetti legati alla collaborazione dei genitori, costituiscono la base di un progetto sociale costruito su un progetto educativo. Il capitolo otto, La Torre di Babele, propone un’analisi del multilinguismo che spesso genera discussioni e conflitti. L’ultimo capitolo, Il piccolo mondo, analizza il modo in cui organizzare e impostare un gruppo di bambini nella struttura educativa per la prima infanzia o in una scuola elementare.