L’invenzione sionista della minaccia iraniana – Un’intervista con il Prof. Yakov Rabkin
Abbiamo parlato con il Prof. Yakov Rabkin dell’università di Montreal di questa invenzione e di questa cultura della paura su cui si basa il sionismo. Vorrei ringraziare il Prof. Rabkin per la sua disponibilità.
Abbiamo già pubblicato il suo grandioso articolo sull’Iran e Netanyahu prima della conclusione dell’accordo di Vienna (vedihttp://promosaik.blogspot.com.tr/2015/03/netanyahu-and-iran-must-read-by-prof.html), in occasione del discorso di Netanyahu rivolto al Congresso statunitense sulla cosiddetta “minaccia iraniana”.
Cordiali saluti
ProMosaik e.V.
In un mio articolo precedente ho trattato della storia di questa invenzione (http://www.acjna.org/acjna/articles_detail.aspx?id=575 ). Israele ha usato i suoi alleati ed agenti per trasformare la questione iraniana in un problema internazionale. In questo modo il regime israeliano è riuscito a distrarre il mondo dalla questione palestinese per poter continuare a violare con impunità i diritti dei palestinesi. Un altro aspetto non meno importante: questa invenzione ha offerto alla società israeliana una “nuova minaccia esistenziale”. Apparentemente l’inesistente bomba atomica iraniana ora è stata rimpiazzata da un’altra “minaccia esistenziale”, quella del movimento BDS, una campagna internazionale pacifica volta all’applicazione del boicottaggio, del disinvestimento e delle sanzioni economiche per costringere Israele a cambiare la sua politica nei confronti dei palestinesi. Alcuni israeliani sono dell’idea che la loro società imploderebbe senza queste minacce esistenziali. Infatti la paura è la forza di coesione sociale.
Come possiamo oggi, rifiutando l’ideologia sionista, promuovere l’amicizia tra il popolo ebraico e quelli musulmani in generale e quello iraniano in particolare?
Prof. Yakov Rabkin:
È fondamentale sottolineare che il sionismo rappresenta una rottura con e una ribellione nei confronti del giudaismo. Molti ebrei si opposero ad esso quando fu fondato alla fine dell’Ottocento. Si devono abbandonare tutte le teorie cospiratorie antisemite e capire che gli ebrei sparsi per il mondo, indipendentemente dal fatto se sostengono Israele o meno, non esercitano alcuna influenza sulla politica israeliana. Non vanno ritenuti responsabili di quello che Israele rappresenta e di come agisce. Allora si percepisce che l’ebraismo e l’islam sono le religioni più simili tra loro e che gli ebrei vivevano molto meglio nei regimi islamici che non in quelli cristiani e che numerose opere dell’ebraismo furono redatte in lingua araba. Inoltre, gli ebrei, grazie alla loro esperienza dell’antisemitismo nei paesi cristiani, possono anche aiutare tantissimo i musulmani nell’affrontare la crescente islamofobia.
Che cosa vorresti dire al Presidente del Consiglio degli ebrei in Germania, il Dr. Schuster, il quale afferma che l’accordo con l’Iran rappresenterebbe una minaccia per Israele e per la stabilità dell’intero Medio Oriente?
Prof. Yakov Rabkin:
Dr. phil. Milena Rampoldi:
Quanto ci metterà la gente a capire che Netanyahu ha torto? Come possiamo spiegare loro questo fatto per farli cambiare idea?
Netanyahu fa affidamento sul supporto di uno dei grandi sponsor del Partito Repubblicano. Dunque probabilmente la credibilità del primo ministro rimarrà invariata in quei circoli e media. Comunque, altrove, sembra essere molto più debole. Ma la questione non riguarda la sua personalità. La maggioranza politica israeliana sostiene Netanyahu nella sua opposizione all’accordo di Vienna.
http://promosaik.blogspot.com.tr/2015/08/linvenzione-sionista-della-minaccia.html