Marta Cangi – arte e dialogo
Di Milena Rampoldi, ProMosaik. Qui di seguito la mia intervista con Marta Cangi, insegnante presso la scuola elementare Marco Polo di Istanbul. L’ho intervistata per parlarle dell’educazione al dialogo mediante l’arte in quanto Marta con i bambini della 4./5. elementare lavora molto sull’educazione artistica ed estetica che valorizza le differenze culturali e promuove dunque una mentalità all’insegna della tolleranza e del rispetto della diversità. Vorrei ringraziare Marta per le sue risposte.
Marta Cangi |
L’arte secondo me è un linguaggio universale che fin dall’infanzia apre al mondo e alla diversità? Che ne pensi di questo?
L’arte, nelle sue forme e sfaccettature (arti visive, musica, teatro, danza, etc.), coinvolge tutti i sensi del bambino e ne rafforza le competenze cognitive, socio-emozionali e multisensoriali nonché interculturali. Durante la crescita dell’individuo, essa continua ad influenzare lo sviluppo del cervello, le abilità, la creatività e l’autostima, favorendo inoltre l’interazione con il mondo esterno e fornendo tutta una serie di abilità che agevolano l’espressione di sé e la comunicazione.
Utilizzando il canale privilegiato del gioco, soprattutto nell’infanzia, l’arte svolge un ruolo insostituibile nel trasmettere al bambino quelle competenze che gli saranno utili nell’affrontare più preparato la vita e nel contribuire, con la propria personalità, a costruire una società civile migliore.

Quali sono gli obiettivi principali del tuo progetto sull’arte?
Gli obiettivi formativi ai quali il progetto tende e richiesti anche dal curriculum italiano della scuola primaria e dell’infanzia nell’ambito dell’educazione artistica sono le capacità di:
® sviluppare armonicamente la personalità dei bambini insegnando a valorizzare se stessi e gli altri, migliorando la conoscenza di sé;
® saper riconoscere e comunicare le proprie emozioni; promuovere un primo livello di alfabetizzazione intesa come acquisizione critica dei linguaggi visivi, conoscendone gli elementi e le differenze, attivando l’espressione e la comunicazione delle esperienze, nonché la decodificazione e l’interpretazione delle immagini, e consolidando progressivamente la competenza comunicativa;
® potenziare la creatività espressiva che è carattere comune a tutti gli individui ed è educabile;
® incentivare la maturazione del gusto estetico, in modo da rendere sempre più ricca la comprensione del messaggio e dell’emozioni veicolate dalle opere d’arte;
® sperimentare differenti tecniche espressive
® riconoscere e usare gli elementi del linguaggio visivo: il segno, la linea, il colore, lo spazio, il movimento, la materia; utilizzare le tecniche grafiche e pittoriche, manipolare materiali plastici e polimaterici a fini espressivi;
® valorizzazione degli elaborati dei bambini attraverso l’allestimento delle loro opere.
Quando si parla di obiettivi occorre tuttavia differenziare diversi piani, dal punto di vista cognitivo il progetto tende a:
• a sviluppare capacità di problem solving, a comprendere che i problemi possono avere più di una soluzione e che ogni domanda può avere più di una risposta.
Le soluzioni raramente sono fisse, ma cambiano in base alle circostanze e alle opportunità.
• a elaborare una prospettiva multipla, influenzando anche il modo di osservare e interpretare la realtà.
• a elaborare una prospettiva multipla, influenzando anche il modo di osservare e interpretare la realtà.
• a pensare “con” e “attraverso” i materiali, rendendoli consapevoli del fatto che attraverso mezzi materiali è possibile trasformare le idee in realtà.
Su quello emotivo:
• incoraggiare la creatività e l’auto-espressione, insegnando ai bambini a dire ciò che “non si può dire”, spingendoli a ricercare nella propria poetica interiore le parole adatte a esprimere i propri sentimenti riguardo a un determinato lavoro artistico;
•sviluppare le proprie capacità comunicative. Poiché il linguaggio presenta numerosi limiti, che non gli permettono di contenere i confini della nostra conoscenza, soltanto l’arte ci consente di esprimere sentimenti che diversamente non troverebbero sfogo;
• permette di mettersi alla prova in situazioni nuove e di sperimentare il più ampio spettro di sensazioni possibili.
• incoraggiare la creatività e l’auto-espressione, insegnando ai bambini a dire ciò che “non si può dire”, spingendoli a ricercare nella propria poetica interiore le parole adatte a esprimere i propri sentimenti riguardo a un determinato lavoro artistico;
•sviluppare le proprie capacità comunicative. Poiché il linguaggio presenta numerosi limiti, che non gli permettono di contenere i confini della nostra conoscenza, soltanto l’arte ci consente di esprimere sentimenti che diversamente non troverebbero sfogo;
• permette di mettersi alla prova in situazioni nuove e di sperimentare il più ampio spettro di sensazioni possibili.
Dal punto di vista dello sviluppo sociale del bambino, questo progetto vuole:
• insegnare ad elaborare opinioni sulle relazioni “qualitative” e non solo “quantitative”. dove prevalgono le opinioni e i giudizi sulle “risposte corrette” e sulle “regole”,
• favorire le competenze socio–emozionali. Il bambino impara a trovare un accordo con se stesso e a controllare i propri sforzi. Questo processo, insieme alla pratica della condivisione e dell’alternarsi, favorisce l’apprezzamento degli sforzi altrui e, al tempo stesso, la consapevolezza dell’unicità di ciascun individuo, da cui deriva una positiva consapevolezza di se stessi;
• diventare un efficace strumento terapeutico per giovani problematici;
• per la sua natura multiculturale, favorire l’integrazione di chi e di ciò che appare come “diverso” e quindi sviluppare intercultura.
• insegnare ad elaborare opinioni sulle relazioni “qualitative” e non solo “quantitative”. dove prevalgono le opinioni e i giudizi sulle “risposte corrette” e sulle “regole”,
• favorire le competenze socio–emozionali. Il bambino impara a trovare un accordo con se stesso e a controllare i propri sforzi. Questo processo, insieme alla pratica della condivisione e dell’alternarsi, favorisce l’apprezzamento degli sforzi altrui e, al tempo stesso, la consapevolezza dell’unicità di ciascun individuo, da cui deriva una positiva consapevolezza di se stessi;
• diventare un efficace strumento terapeutico per giovani problematici;
• per la sua natura multiculturale, favorire l’integrazione di chi e di ciò che appare come “diverso” e quindi sviluppare intercultura.
Per quanto riguarda lo sviluppo motorio:
• migliora le funzionalità motorie nonché la coordinazione occhio-mano e accresce l’autostima del bambino.
• migliora le funzionalità motorie nonché la coordinazione occhio-mano e accresce l’autostima del bambino.

Come può l’arte contribuire al dialogo tra le culture?
Non c’è cultura senza arte e non c’è arte senza cultura. Ne deriva che l’arte è uno strumento potente per promuovere la comprensione interculturale, la comunicazione e l’apprezzamento della diversità.
Le opere d’arte possono essere punti di vista, voci, racconti di mondi; sono un mezzo per avvicinarsi al non familiare ed ampliare la nostra zona di comfort.
I contatti interculturali non sono mai sterili e unidirezionali. Quando si visita una mostra d’arte internazionale, si guarda un film o si ascolta di musica straniera al pari di quando si viaggia, si è esposti ad architettura, modi di pensare, arte di strada, ecc., veniamo cioè toccati e influenzati da altre culture .
Lentamente, senza problemi, in modo invisibile, stili e modelli, dimensioni e forme, vengono aggiunti alle nostre identità già complesse e molteplici.
L’arte potrebbe essere vista come una zona di contatto dove le culture si incontrano in un clima di convivialità incoraggiando il dialogo interculturale.
Il dialogo interculturale porta ad un’apertura al cambiamento creativo all’interno di un sistema, in quanto presenta possibilità di nuovi progetti di vita.
Il rapporto tra le diversità culturale e il dialogo interculturale è una strada a doppio senso.
Il dialogo interculturale può creare nuovi incentivi per una riflessione su se stessi e nel contempo sull’ esterno proponendo interessanti nuove prospettive per la coesistenza, la cooperazione, lo sviluppo e l’apprendimento reciproco.
Questo è un tesoro che può fiorire e deve essere alimentato attraverso l’educazione formale e informale per far sì che i nostri figli diventino cittadini del mondo.

Il bambino diventa parte dell’opera d’arte e si immedesima nell’artista. Che competenze acquisisce in questo modo?
İl bambino acquisisce il controllo delle emozioni visive, processo fondamentale nella nostra vita sociale. L’ opportunità di disciplinare le proprie emozioni mediata dalla visualizzazione cosciente di un’opera d’arte e dell’artista vuole educare all’ immedesimazione visiva cioè quel tipo di sperimentazione di un’“emozione” che induce a fondersi negli stati d’animo dell’artista attraverso le sue opera d’arte e la sua biografia.
Gli attuali ritrovati nel campo delle neuro-scienze hanno evidenziato l’attività dei “Neuroni Specchio” che sono sensibili ad interpretare sensazioni visive comunicate a distanza attraverso la visione di un oggetto artistico. Quest’attuale scoperta ha messo in evidenza la tesi che l’uomo sia geneticamente adatto a relazionarsi con gli altri in maniera “empatica”, percependone i sentimenti di bellezza e di armonia, così da divenire capace di emularne comportamenti, di amore, di fratellanza e altruismo che sono necessari a determinare un futuro più sano volto ad un tipo di cultura multi e interculturale.
L’arte ha proprio la capacità peculiare di modificare sostanzialmente la cultura e l’apprendimento, al fine di determinare un rinnovamento interiore e di conseguenza un rinnovato sviluppo sociale.

Che cosa possiamo imparare dalle bambine e dai bambini artisti?
Possiamo imparare a vedere l’arte come terreno di confronto e di condivisione provando curiosità e desiderio di mettersi in gioco di fronte a ciò che si incontra.
Possiamo imparare la disponibilità alla reciprocità e allo scambio, riconoscere diverse prospettive e punti di vista concettualizzando elementi comuni tra le diverse culture nonché a tollerare l’ambiguità.
Si può imparare a mettere in discussione le proprie certezze accettando le critiche; valorizzando la prospettiva degli altri ponendola a confronto con la propria, senza stereotipi o pregiudizi. Si creano sinergie positive valorizzando il contributo dell’altro, riconoscendo che l’altro è simile ma anche diverso e nel trovare le differenze apprezzarle come risorsa.
Quali sono gli aspetti più difficili da realizzare nel contesto del tuo progetto? Quali sono le sfide?
La prospettiva interculturale di questo progetto attraverso la didattica dell’arte è un modo di relazionarsi e di dialogare tra diversi che non nasce spontaneamente, ma che deve essere costruito, educato, conquistato faticosamente lottando contro inerzie, stereotipi, pregiudizi, pigrizie, atteggiamenti e ostilità più o meno esplicite. Questo significa che le differenze culturali, le conflittualità, i razzismi vecchi e nuovi, i modelli di sviluppo e i loro effetti diventano tutti contenuti curricolari e questo progetto diviene un’occasione per decostruire e ricostruire il modo in cui si fa educazione: si tratta di re-inventare la classe, di re-immaginare procedure, metodi, contenuti e contesti facendo ricerca insieme: insegnanti e allievi.
A livello disciplinare la scuola come del resto la società ha privilegiato la separazione e l’analisi a scapito dell’interconnessione e della sintesi. Queste due capacità rimangono sottosviluppate.
La costruzione di una mente critica richiede un approccio interdisciplinare: un pensatore critico deve superare i limiti delle singole discipline che trattano dell’essere umano e del suo ambiente socioculturale, per integrare e amalgamare i concetti di diverse discipline scientifiche ed umanistiche.
L’assimilazione di prospettive multidisciplinari, multiculturali, interculturali e interdisciplinari rafforza gradualmente le abilità metacognitive, il pensiero critico e la costruzione di una epistemologia personale.
Personalmente ritengo che queste siano le caratteristiche principali nonché’ le sfide per sviluppare un pensiero fluido, creativo, responsabile e civile.

https://promosaik.blogspot.com/2017/02/marta-cangi-arte-e-dialogo.html