ProMosaik e.V. intervista il poeta e pacifista americano Michael R. Burch

Buonasera a tutti,

 
Sono veramente lieta di potervi presentare l’intervista condotta oggi da ProMosaik e.V. con il poeta e pacifista americano Michael R. Burch anche in traduzione italiana.
 
L’intervista era incentrata sul suo “piano di pace” per la Palestina. Gli abbiamo posto delle domande alquanto provocatorie alle quali siamo molti lieti che abbia risposto.
La sua idea di partire dalla LEGGE per costruire la PACE ci sembra molto impegnativa. Ma vale la pena pensarla fino alla fine, soprattutto se tentiamo un paragone tra l’attuale politica dell’apartheid in Israele e quella che nella storia dominava gli Stati Uniti all’epoca di Martin Luther King e il Sudafrica ai tempi di Nelson Mandela, che per ProMosaik e.V. sono due veri eroi. 
 
 
 
 
 
 
Vi ringrazio anticipatamente per leggere questa intervista e per inviarci i vostri commenti a info@promosaik.com 
 
 
 
Cordiali saluti
Dr. phil. Milena Rampoldi
Redazione di ProMosaik e.V. 
 
 
ProMosaik e.V.: Caro Michael, da quanto ho capito, tu sostieni che la LEGGE possa condurre alla PACE. Come credi questo sia possibile per i palestinesi e gli israeliani dopo questi odiosi decenni di conflitto?

Michael R. Burch: Sì, ne sono fermamente convinto. E credo che la storia dimostri la possibilità della pace, se le leggi e i tribunali non sono razzisti e operano con giustizia. Vedi ad esempio la situazione degli ebrei in Germania all’indomani dell’Olocausto. Ovviamente vi erano sentimenti di rancore da parte degli ebrei sopravvissuti all’Olocausto. Molti di loro lasciarono la Germania, mentre altri invece rimasero. Oggi credo che ci siano oltre 200.000 ebrei residenti in Germania e un numero crescente di ebrei immigra in Germania. Una cosa simile avvenne nel sud degli Stati Uniti dove vivo io. Prima del 1850 esisteva la schiavitù, alla quale seguirono le leggi di Jim Crow, i “tribunali canguro” e la segregazione. Gli afroamericani non avevano il diritto di bere dalle stesse fontane dei bianchi. In autobus dovevano sedersi dietro. Ma non appena gli Stati Uniti introdussero delle leggi e dei tribunali più giusti, le cose iniziarono a migliorare. Oggi vivo in un vicinato alto-borghese, aperto nei confronti di tutti i colori della pelle. E andiamo veramente d’accordo. Dunque con delle leggi giuste e con dei tribunali giusti nel tempo è possibile che anche delle persone che prima erano i peggiori nemici facciano amicizia. 

 
 
 Fonte: Jüdische Allgemeine
 
ProMosaik e.V.: Credi che una vera democrazia senza apartheid e con gli stessi diritti per tutti davanti alla legge sia sufficiente per garantire una pace duratura? E perché dovrebbe funzionare, considerando tutti i movimenti religiosi e nazionalisti presenti nella regione su entrambi i fronti? 

Michael R. Burch: Non sono sicuro se saremo in grado di garantire una pace duratura o meno. Ma credo che possiamo aumentare notevolmente le possibilità per garantire una pace duratura con dei mezzi non-violenti. Credo che funzionerà, nonostante i diversi movimenti religiosi e nazionalisti. Gli Stati Uniti sono caratterizzati da una notevole diversità. Anche l’Unione Europa possiede un alto livello di diversità. Sono convinto che più diversità abbiamo, più equità serve. Invece se il gruppo al potere sfrutta gli altri gruppi, si hanno conflitti e ostilità. Allora le cose iniziano ad inasprirsi e presto segue una valanga di orrori.

 
 
 
 
Fonte: worldpolicy.org
 
 
ProMosaik e.V.: Se consideriamo i fatti storici, è la giustizia a condurre alla pace razziale e non i sentimenti. Potresti spiegare questa tua tesi ai nostri lettori? 

Michael R. Burch: Volentieri. Ti posso citare tre esempi, in cui la giustizia ha condotto alla pace razziale. Anche se non ha prodotto una pace perfetta, almeno ha raggiunto una pace relativa.

(1) La situazione degli ebrei e di altri popoli “indesiderati” in Germania è migliorata rapidamente e in modo considerevole dopo la creazione di un sistema di leggi e di tribunali più giusti in Germania da parte degli alleati. 
(2) La situazione dei neri e di altre minoranze è migliorata rapidamente negli Stati Uniti non appena i tribunali americani iniziarono a proteggere le vittime più che proteggere gli oppressori.  
(3) La situazione dei neri in Sudafrica iniziò a migliorare rapidamente non appena furono emesse delle leggi più giuste e furono creati dei tribunali più equi. 

In questi casi non si ebbero degli improvvisi sfoghi d’amore e d’affetto. Piuttosto invece un sistema di giustizia migliore permise alle persone di entrambe le parti di vedere che si poteva convivere in una pace relativa. Ciò nel tempo permise di fare amicizia.

 
 
 
 
ProMosaik e.V.: Credi che dovremmo concedere un tale potere agli Stati Uniti? Non sarebbe invece preferibile togliere il diritto di veto agli Stati Uniti?
Michael R. Burch: Credo sia preferibile togliere il diritto di veto ai membri permanenti del Consiglio di Sicurezza. Ma le grandi potenze non si fidano l’una dell’altra. Dunque non credo che rinuncino volontariamente ai propri diritti di veto. Sono sicuro che se li privassero del loro diritto di veto, reagirebbero opponendosi con il proprio diritto di veto! 
 
 
 
 
ProMosaik e.V.: Se consideriamo i fatti storici, è la giustizia che conduce alla pace razziale, non i sentimenti. Ma questa pace è possibile senza il coinvolgimento delle masse della popolazione? 

Michael R. Burch: Sì, credo di sì. Quando gli Stati Uniti iniziarono a riformare le loro leggi e i loro tribunali, furono poche anime che lo resero possibile: Dr. Martin Luther King Jr., John F. Kennedy, Robert Kennedy e una cerchia relativamente piccola di persone con vedute liberali simili. La maggioranza degli americani fece poco o niente. Gli atteggiamenti e le convinzioni delle masse mutarono nel tempo.  

 
 
 

 

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