TRILOGIA DELLA VILLEGGIATURA di Carlo Goldoni
Scritta nel 1761, e presentata nell’ottobre di quell’anno al Teatro San Luca, la “Trilogia della villeggiatura” appartiene all’ultimissimo periodo veneziano del Goldoni, che nell’aprile seguente lascerà per sempre la città. Come di consueto, le intenzioni dell’autore appaiono modeste e incruente: porre in ridicolo la smania della villeggiatura dispendiosa, l’ambizione del ceto medio che vuol gareggiare con la ricca nobiltà, rovinando la propria borsa e turbando la pace e la serenità dei buoni contadini; e spezzare una lancia a favore dello ‘status quo’, in cui i bravi borghesi stiano al proprio posto, lasciando ai ricchi il lusso, e ai poveri la loro ignoranza. Ma ben al di là delle intenzioni dell’uomo pratico, dell’avvocato Goldoni, quello che emerge in realtà dal grande affresco della “Villeggiatura” è l’impietosa immagine di un mondo borghese ormai dilaniato da egoismi e particolarismi, che nello sviluppo delle proprie implicite contraddizioni ha smarrito la carica vitale e progressista di un tempo, e dal quale il poeta Goldoni si distacca con lo stesso sicuro intuito storico e sociale con cui l’aveva difeso ed esaltato nel momento della sua affermazione rivoluzionaria.