L’associazione No Loverboys di Berlino: un’intervista con Bärbel Kannemann
Un’intervista di Milena Rampoldi, ProMosaik e.V.
No Loverboys in Berlin: ein Gespräch mit Frau Bärbel Kannemann – See more at: http://promosaik.blogspot.com.tr/2015/09/no-loverboys-in-berlin-ein-gesprach-mit.html#sthash.gEcRWB3P.u0Ft8HdR.dpuf
Un’intervista importantissima con Bärbel Kannemann, la fondatrice dell’associazione NO LOVERBOYS di Berlino. Aiuta le vittime dei cosiddetti LOVERBOYS che fanno innamorare ragazze per poi renderle succubi e costringerle alla prostituzione. Nella sua intervista la Signora Kannemann ci spiega il suo lavoro e gli obiettivi della sua associazione. Il fenomeno dei loverboys è un fenomeno che interessa tutta la società. Anche la lotta contro i loverboys e il supporto incondizionato delle vittime devono coinvolgere tutta la società. Soprattutto si deve aiutare le vittime a superare la loro vergogna e i loro sensi di colpa. Infatti sono solo i loverboys ad essere colpevoli e non le ragazze che cadono nella loro trappola.
Di se stessa la Signora Kannemann sulla pagina web della sua associazione scrive:
Ho lavorato quasi 40 anni come impiegata della polizia criminale in Germania. Dopo essere andata in pensione nel 2009 quale commissario capo di polizia per un anno mi sono recata in Olanda per informarmi sul problema dei Loverboy.
Ho convissuto con le ragazze vittime e ho preso parte agli incontri con i genitori. Sono stati condotti dei colloqui con politici olandesi, parlamentari dell’UE, poliziotti e rappresentanti di organizzazioni di sostegno. Ho preso parte a congressi internazionali riguardanti la tematica della tratta e attraverso la redazione del programma televisivo “Vermist” ho avuto modo di ottenere moltissime informazioni sulle ragazze disperse e vittime dei cosiddetti Loverboys.
Dal 2010 lavoro sulla problematica dei Loverboy e nel settore della protezione delle vittime, soprattutto in Germania. Nel 2011 grazie al nostro impegno abbiamo vinto il premio Prix Courage della redazione “ML Mona Lisa” del canale televisivo ZDF e della ditta Clarins.
In che cosa consiste la missione dell’associazione NO loverboys?
L’obiettivo dell’associazione consiste nell’offrire il nostro sostegno alle vittime del cosiddetto metodo Loverboy (persone vittime di violenza e tratta).
Si devono prendere provvedimenti informativi, preventivi e anche offrire supporto attivo.
NO loverboys si considera un punto di accoglienza diretto per le persone coinvolte e le loro famiglie.
Ho convissuto con le ragazze vittime e ho preso parte agli incontri con i genitori. Sono stati condotti dei colloqui con politici olandesi, parlamentari dell’UE, poliziotti e rappresentanti di organizzazioni di sostegno. Ho preso parte a congressi internazionali riguardanti la tematica della tratta e attraverso la redazione del programma televisivo “Vermist” ho avuto modo di ottenere moltissime informazioni sulle ragazze disperse e vittime dei cosiddetti Loverboys.
Dal 2010 lavoro sulla problematica dei Loverboy e nel settore della protezione delle vittime, soprattutto in Germania. Nel 2011 grazie al nostro impegno abbiamo vinto il premio Prix Courage della redazione “ML Mona Lisa” del canale televisivo ZDF e della ditta Clarins.
In che cosa consiste la missione dell’associazione NO loverboys?
L’obiettivo dell’associazione consiste nell’offrire il nostro sostegno alle vittime del cosiddetto metodo Loverboy (persone vittime di violenza e tratta).
Si devono prendere provvedimenti informativi, preventivi e anche offrire supporto attivo.
NO loverboys si considera un punto di accoglienza diretto per le persone coinvolte e le loro famiglie.
Milena Rampoldi: La Sua organizzazione in Germania si impegna a favore delle vittime dei Loverboys. Chi è un loverboy e quali sono le sue vittime?
Bärbel Kannemann: Normalmente nel caso del loverboy si tratta di un uomo tra i 18 e i 20 anni. Tutte le ragazze possono diventare vittima del loverboy, indipendentemente dalla famiglia e dal ceto sociale da cui provengono. Sono comunque particolarmente in pericolo le ragazze che hanno poca autostima.
MR: Come aiuta le vittime per interrompere questo circolo dello sfruttamento e della manipolazione?
BK: Le ragazze devono tornare nel loro ambiente precedente e venir sottratte dal contatto con il reo (alloggio in appartamenti protetti e abitazione con accompagnatore). Hanno bisogno di protezione da tutti i punti di vista: assistenza medica e psicologica, riconoscimento, conferma, fiducia ed attenzione.
MR: Di quale sostegno hanno bisogno i genitori e le famiglie delle ragazze?
BK: I genitori prima di tutto devono conoscere il problema. Devono imparare a parlare la stessa lingua delle loro figlie. Devono cercare insieme un’assistenza professionale.
E … soprattutto devono continuare a vedere nella ragazza la propria figlia e non la prostituta!
Non devono mai pretendere che la figlia debba decidersi per lui o per loro. Altrimenti lei si decide per lui. Infatti opterebbe sempre per lui.
Infatti la ragazza è sicura dell’amore dei genitori. Invece l’amore del ragazzo deve conquistarselo giorno dopo giorno, ora dopo ora.
MR: Come si manifesta il fenomeno dal punto di vista statistico? A quanto ammontano i delitti non denunciati?
BK: Non sono in grado di fare numeri. Le vittime denunciano troppo poco i colpevoli (per paura o vergogna). Per questo al momento non riusciamo a richiedere cambiamenti legislativi.
La popolazione deve smettere di accusare queste vittime di essere colpevoli e di vederle come feccia. Sono loro a essere le vittime. Ma invece di essere aiutate vengono castigate non solo dai criminali, ma anche dai clienti e dalla stessa società. “Chi vuoi che mi aiuti, non sono altro che una prostituta da due soldi.”
MR: I loverboys sono in agguato ovunque. Come possiamo spiegare questo alla popolazione? Come fa Lei ad informare sul tema?
BK: Questi criminali cercano le loro vittime davanti alle scuole, nei ristoranti fast food, nei collegi per giovani, nelle associazioni sportive, ma soprattutto su internet, in particolare su facebook e badoo.
Visto che oggi come oggi tutti i bambini hanno accesso ad internet, in teoria possono anche potenzialmente diventare vittime di un loverboy.
Informiamo sotto forma di conferenze nelle scuole, manifestazioni per assistenti sociali nelle scuole, uffici di consulenza per famiglie, centri giovani, medici, psicologi, poliziotti, giuristi e da poco anche con una nuova teca didattica (laboratorio mediatico) per le scuole del mondo linguistico tedesco. Naturalmente trasmettiamo anche notizie in TV, radio e su riviste e giornali.
http://promosaik.blogspot.com.tr/2015/09/lassociazione-no-loverboys-di-berlino.html